Attacchi di panico: come risolvere il problema

COME RICONOSCERE UN ATTACCO DI PANICO, QUALI SONO LE CAUSE, LA TERAPIA DEGLI ATTACCHI DI PANICO

gli errori di chi soffre di attacchi di panico

Solitamente chi avverte la sensazione di attacco di panico commette una serie di errori:
1 – METTE IN PRATICA QUALUNQUE STRATEGIA IN SUO POSSESSO PER TENERE SOTTO CONTROLLO LE PROPRIE REAZIONI FISIOLOGICHE (battito cardiaco, ritmo respiratorio, equilibrio, ecc.). Questo produce l’effetto paradossale di alterare ulteriormente ciò che si sta cercando di controllare, producendo una perdita di controllo. Questo fenomeno è ciò che viene definito in terapia strategica come “tentativo di controllo che fa perdere il controllo”. 
Oltre che spiegazioni psicologiche, ci sono una serie di motivazioni fisiologiche a dimostrazione di questo fenomeno.
Per chi volesse indagare il funzionamento fisico ecco un esempio: quando si vive una situazione di forte ansia potrebbe sembrare che la vostra respirazione si stia comportando in modo strano e che l’aria non circoli bene nel vostro organismo. A quel punto cosa viene naturale da fare (sbagliando!)? Si cerca di sforzare il respiro. Ma più si respira più i polmoni ed il sangue vengono sovraccaricati di ossigeno (e sotto dosati di anidride carbonica) con il risultato che il diaframma inizia a lavorare male e a muoversi con più difficoltà, i riflessi si disattivano, e soprattutto si disattiva quel riflesso di espirazione che dà sollievo al sospiro (riflesso di Hering-Breuer). Ed ecco che in quel momento, in preda alla paura, il pensiero è ossessionato dal fatto di non riuscire a respirare. Questo innescherà ancora una volta la tentata soluzione di continuare a sforzare il respiro (sbagliando ancora di più!) e così via, innescando il circolo vizioso che complicherà ulteriormente il tutto. Difatti così facendo entreranno in gioco anche tutti una serie di altri organi (dato che la mancanza di anidride carbonica comporta una diminuzione dell’acidità) che provocheranno ulteriori sintomatologie: Il cuore batte, i muscoli tremano, l’intestino borbotta, le arterie si contraggono provocando vertigini e dolori al petto, la pelle comincia ad avvertire le più svariate sensazioni, dette anche formicolio (vedi sezione Attacchi di panico: cosa sono e come riconoscerli).

2- Tutte queste attivazioni fisiologiche di cui sopra sono tutte le modalità con le quali il vostro organismo prepara la persona ad affrontare quella che ormai è stata identificata come paura. Una paura che è si ben percepita, ma non ancora decodificata. E in caso di paura di qualcosa, o si affronta o si scappa. Ed ecco che entra in gioco il secondo grande errore che fa solitamente la persona che soffre di ansia e panico: EVITAMENTO E FUGA DA CIO’ CHE SPAVENTA.
Sebbene in un primo momento evitare ciò che spaventa può far sentire la persona salva e fuori pericolo, se questo comportamento viene reiterato nel tempo da un lato non potrà che confermare la pericolosità della situazione evitata (preparando quindi la persona ad ulteriori evitamenti futuri), dall’altro, quello ancora più pericoloso, conferma l’inadeguatezza dell’individuo a fronteggiare le situazioni paurose, fino a condurlo alla più completa incapacità di affrontare qualsiasi situazione. Infatti in molti casi il panico quando vengono commessi questi errori può divenire una condizione sempre più dilagante e pervasiva sia nei comportamenti (ad esempio le persone potrebbero iniziare a non sentirsi in grado di uscire di casa da sole, questa non è neanche una delle condizioni gravi) che nella frequenza degli attacchi (alcuni pazienti arrivano ad avere attacchi di panico anche durante il sonno) fino anchea svilupparsi in altri distubi come l’agorafobia da attacchi di panico.

3- Continua RICHIESTA DI AIUTO, ovvero la tendenza a voler essere accompagnati e confortati da qualcuno che possa intervenire in caso di attacco di panico. Ma anche qui, questa che apparentemente potrebbe sembrare una soluzione efficace ad alleviare la paura, altro non è che una tentata soluzione che aggrava il problema. Chiedere e ricevere aiuto conferma alla persona il proprio stato di incapacità di affrontare da sola le situazioni temute facendo avverare nella persona la profezia avverata del suo stato di malattia.
Anche il continuo rivolgersi ai medici alla ricerca di problemi cardiaci o respiratori, quando questi hanno già espresso un parere negativo è una richiesta d’aiuto. Qui entrano in gioco fattori tipici di un retaggio culturale quanto meno “viziato”, in cui le persone preferiscono aver diagnosticato un problema cardiaco rispetto ad un problema psicologico facilmente risolvibile. Presso i miei studi in provincia di Siena e di Arezzo più volte a fine trattamento i pazienti mi hanno confermato questa loro errata credenza e fortunatamente si sono ricreduti.

4- FARMACI. In questo caso non parliamo di un vero e proprio errore. Gli psicofarmaci (in questo caso solitamente si tratta di antidepressivi ed ansiolitici) possono di fatto avere effetti nel ridurre la sintomatologia del disturbo, ma al pari della richiesta di aiuto, gli psicofarmaci vanno a confermare alla persona la propria incapacità di poter gestire da sola il problema.
Inoltre questi non risolvono il problema ma, come detto, ne riducono i sintomi. Qualcuno definisce gli antidepressivi come “stampelle chimiche che aiutano a zoppicare meglio“.
Personalmente ritengo che una cura farmacologica in alcuni casi possa essere un’integrazione necessaria alla psicoterapia, ma nella mia esperienza non ho mai avuto la necessità di farmaci per il trattamento degli attacchi di panico, ma anzi, spesso la parte più lunga e faticosa della terapia consiste proprio nello scalaggio e totale abbandono di questa tentata soluzione.

 

la Terapia Breve Strategica vanta un’efficacia superiore al 95% nel trattamento degli attacchi di panico in meno di 10 sedute

Contattami per un appuntamento in studio a SIENA o AREZZO o per un consulto ONLINE

Francesco Beligni psicologo logo

non hai trovato risposta alla tua domanda?

Non esitare a contattarmi.
«IN natura non esiste il coraggio, ma esiste la paura»
V.G. Rossi

Contattami

Cosa posso fare per te? Raccontami la tua storia, chiedimi quello che desideri approfondire, scopri come funziona la consulenza psicologica ad orientamento breve strategico senza alcun impegno.