d.o.C. - DISturbo ossessivo compulsivo

COME E PERCHE' SI FORMA IL D.O.C. , COME SI CURA IN TERAPIA BREVE STRATEGICA

La persona affetta da disturbo ossessivo compulsivo (D.O.C.) è costretta dalla sua patologia a mettere in atto una sequenza di comportamenti e/o pensieri ritualizzati nel tentativo di poter ridurre o controllare la tensione legata ad una paura, un dolore, una preoccupazione o un’esperienza traumatica.
Sebbene all’inizio la persona pensi di avere un apparente controllo della situazione, col passare del tempo (e il cronicizzarsi del disturbo), le compulsioni e le manie iniziano a prendere potere dall’interno mettendo in una condizione di “schiavitù” chi le mette in atto e diventandone padroni.

Questo disturbo è un lampante esempio di come le tentate soluzioni messe in atto per risolvere un problema possano divenire il problema stesso: nel tentativo di dominare una paura, la persona viene progressivamente dominati da ciò che mette in atto per non essere dominata. 
Questo concetto è quello che in terapia breve strategica corrisponde al meccanismo di controllo talmente ben riuscito che finisce inevitabilmente per controllare chi controlla.

tipologie del DOC

Il DOC può manifestarsi in infinite variabili, tante quante la fantasia delle persone, e si stima che possa affliggere tra l’1-5% della popolazione in ugual misura tra uomini e donne (JS Abramowitz, Taylor, e McKay, del 2009).

Di seguito ne vengono riportate alcune tra le sue forme maggiormente trattate:

Ossessione nel disporre gli oggetti in un preciso ordine (per dimensione, per colore, per tipo…) e nella simmetria sia spaziale che numerica. Ad esempio compiere azioni in modo simmetrico, come camminare in un certo modo per compiere ogni passo della stessa distanza o lo stesso numero con entrambi i piedi. Oppure ripetere certe azioni molte volte fino a raggiungere una sorta di soddisfazione e appagamento (ripetere lo stesso gesto, rileggere piu’ volte la stessa frase…). 

Paura di essere contaminati da sporco o da sostanze potenzialmente pericolose per eventuali malattie. Comporta  rituali di sterilizzazione compulsiva e continuo tentativo di pulizia su se stessi o dell’ambiente, per evitare o bloccare la contaminazione e liberarsi dalla sensazione di sporco.

Conservare e accumulare oggetti, per paura di gettarli o dubbio che possano servire in futuro, di vario tipo e natura. Spesso possono essere cose anche insignificanti e inutili, e in certi casi anche trovati nella spazzatura o per strada (si può spaziare tra un infinità di oggetti, dai tappi di bottiglia ai fazzoletti di carta usati). Quasi mai la persona disturbata si rende conto di avere questo problema e può arrivare anche a vivere in condizioni disumani finché un familiare non interviene.

Valgono le regole della superstizione. Svolgere o non svolgere determinate azioni, pronunciare determinate parole, vestire certi colori, andare in determinati luoghi, in quel particolare giorno dell’anno ecc. Non rispettare queste regole potrebbe, secondo la credenza della persona, farà accadere qualcosa di temibile. I rituali prevedono che l’atto venga ripetuto o che sia specifico per scongiurare la sfortuna, fino a degli specifici rituali anti-sfortuna.  

Costanti pensieri e immagini su comportamenti inaccettabili, pericolosi, socialmente sconvenienti o insensati che possono esser stati commessi o che si poterebbero commettere in futuro. Spesso la persona non ha alcun motivo razionale per poter dubitare di se stessa al punto di commettere questi atti, ma il pensiero ossessivo li obbliga a farsi certe domande o ad evocare certe immagini. Anche in questo caso i dubbi possono essere dai piu’ innocui (ad esempio poter offendere qualcuno involontariamente o di non rispettare il codice stradale, tradire il partner) fino a colpe gravi  (aggredire i passanti, essere pedofilo o perverso, uccidere i propri figli). Spesso si tende in questi casi a cercare rassicurazione rimuginando sul passato per essere sicuri di non aver commesso niente di tutto ciò.

Sarebbe opportuno approfondire questa lettura nella sezione dedicata alle “ossessioni

Il principio è lo stesso del “DOC ossessivo” (sopra). Pensieri o immagini ripetute che fanno dubitare la persona riguardo alla propria sessualità.

Anche in questo caso la lettura andrebbe approfondita nella sezione dedicata alle “ossessioni

Si è resi schiavi da una sorta di “pensiero magico” che obbliga a ripetere e contare le ripetizioni di alcune azioni con lo scopo di scongiurare qualcosa che si teme. Ad esempio l’ossessione obbliga a pensare a specifici numeri o schemi, contare le auto, spegnere il gas per un certo numero di volte o chiudere le finestre con una sequenza specifica

 

 

Anche questi possono rientrare nella categoria dei DOC e possono essere dei piu’ disparati, dallo schiarirsi compulsivamente la voce al toccarsi i genitali. In questi casi è importante risalire al funzionamento dell’ossessione

Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è stato studiato negli scorsi 30 anni dal Centro di Terapia Strategica di Arezzo e dai suoi collaboratori giungendo ad individuare 5 principali motivazioni che sembrerebbero innescare queste meccaniche di azioni e pensieri compulsivi:

  •  Il bisogno di risposte rassicuranti innescate da DUBBIO (come ad esempio il dubbio di poter essere infettati da una malattia contagiosa con un agente esterno: la persona cercherà in questo caso di prevenire in tutti i modi possibile l’infezione, oppure disinfettare tutti i possibili agenti patogeni per rimediare a ciò che ormai è convinta sia accaduto);
  • Un eccesso di RIGIDITÀ IDEOLOGICA o una forte MORALITÀ o CREDENZA SUPERSTIZIOSA  (ad esempio attivare rituali propiziatori come i riti di preghiera o formule magiche per fare in modo che durante la giornata vada tutto bene);
  • Anche il RAGIONAMENTO RAZIONALE se esasperato e ripetuto in modo compulsivo può diventare del tutto irragionevole (ad esempio il ragioniere convinto di aver commesso un errore o un’imprecisione che controlla ripetutamente i documenti e ripete all’esasperazione i calcoli sino a bloccarsi);
  • Se portata all’estremo, anche la SANA PREVENZIONE può divenire compulsione e diventare fobia (si pensi alla madre attenta alla salute del proprio bambino che arriva a costringerlo a vivere in una bolla di vetro);
  • ESPERIENZE TRAUMATICHE che continuano a ripresentarsi nel presente (tipica l’immagine di donne vittime di abuso che iniziano a lavarsi in modo compulsivamente nel tentativo di lavare via l’immotivato senso di colpa).

E’ sempre opportuno ricordare che per le persone affette da DOC, il rituale è un comportamento rassicurante che funge da riduttore dell’ansia, paura o angoscia.

Tuttavia in alcuni casi le compulsioni si basano sul piacere e pertanto si mantengono anche in virtù di questo aspetto. In questa categoria può rientrare la compulsione piacevole di strapparsi i capelli (tricotillomania), a tagliuzzarsi, lo shopping compulsivo, il collezionismo…   

In terapia breve strategica i rituali compulsivi, messi in atto per le motivazioni appena elencate e in base alla credenza che li alimenta, vengono classificati in:

– RITUALI RIPARATORI: realizzati nel tentativo di  rimediare a qualcosa che è accaduto o che si teme di aver compiuto (ad esempio quando si crede di essere contagiati procede a disinfezioni irrefrenabili lavandosi ad esempio le mani numerose volte o pulendo tutta casa ecc.);
– RITUALI PREVENTIVI: per prevenire che accada qualcosa che temiamo possa accadere (ad esempio controllo piu’ e piu’ volte che la porta sia chiusa così da essere sicuro che nessuno possa entrare);
– RITUALI PROPIZIATORI e MAGICI: per essere piu’ sicuri che possa accadere ciò che mi auguro (ad esempio indossare una specifica maglia per affrontare un esame altrimenti potrei fallire, o  portare con me quello specifico oggetto che avevo quella volta in cui lo stesso evento è andato a buon fine).

LA CURA DEL DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO

Le compulsioni sono notoriamente tra le problematiche piu’ difficili da estinguere, proprio per la bizzarria del disturbo e dei ragionamenti connessi ad esse: per le persone che subiscono questa condizione, le loro tentate soluzioni (in questo caso i rituali), fungono davvero da riduttori dell’ansia e lo fanno così bene da mettere la persona nella condizione di non sapersi (sarebbe meglio dire “non volersi”) ribellare. Questo è il motivo per il quale il DOC si è nel tempo guadagnato l’epiteto di “cancro della mente”.

Potremmo quindi dire che il paziente DOC è effettivamente incapace di fare qualcosa di diverso da ciò che viene suggerito dalla loro ossessione. Spesso i pazienti compulsivi riescono a capire bene questo loro comportamento disfunzionale, sanno che la propria ossessione è completamente irrealistica, ma al tempo stesso si comportano come se fosse concreta (“lo sento quindi è” al di là di ogni ragionevolezza).

Il compito del terapeuta è perciò focalizzato sul condurre la persona, mediante suggestivi escamotage, a esperire concretamente diverse esperienze percettivo-emotive.
In pratica il terapeuta riesce ad annullare l’ossessione principale costruendo un altro sintomo (strutturalmente simile a quello originario) che però essendo meno radicato e soprattutto creato artificialmente, può essere facilmente rimosso non appena il paziente avrà avuto modo ristrutturare la propria realtà in modo differente.
Questi concetti, che potrebbero apparire molto complessi ai non addetti ai lavori e non semplici da trattare in questa sede, fanno riferimento all’antico stratagemma del «Far salire il nemico in soffitta e togliere la scala». Attraverso questa manovra, nella maggioranza dei casi trattati, la patologia compulsiva si sblocca, quindi il paziente interrompe rapidamente l’ esecuzione dei rituali.
Per una minoranza di pazienti invece sarà necessario procedere con un lento e graduale processo di cambiamento, una sorta di gioco di scatole cinesi da aprire una dopo l’altra.

La ricerca condotta nell’arco di 30 anni presso la Scuola di  Psicoterapia Breve di Arezzo e applicata a migliaia di casi, riporta una statistica di successo nell’88% dei casi con una durata  media di estinzione del disturbo ossessivo compulsivo nell’arco di pochi mesi (dai 3 ai 6); 

Se tendi a ripetere compulsivamente azioni o pensieri senza riuscire a controllarli, potresti aver bisogno di aiuto.

La terapia Strategica Breve mette a disposizione una serie di protocolli adatti a superare questa fobia.

Puoi prenotare uun appuntamento in studio in provincia di Siena o di Arezzo oppure contattami per richiedere la terapia Online

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