OSSESSIONE E PENSIERI OSSESSIVI

COME BLOCCARE I PENSIERI OSSESSIVI, IL TRATTAMENTO DELLE OSSESSIONI IN TERAPIA STRATEGICA BREVE,

Per ossessioni si intendono quei pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti che turbano la quiete mentale e che vengono percepiti come intrusivi ed indesiderati.

I pensieri ossessivi possono avere come oggetto svariate possibilità: ad esempio scene in cui la persona mette in atto comportamenti inaccettabili, privi di senso, pericolosi o sconvenienti (come tradire il partner, aggredire improvvisamente qualcuno fisicamente o verbalmente, avere rapporti omosessuali o pedofilici, compiere azioni blasfeme, pensieri omicidi, fare del male al proprio figlio neonato ecc.) oppure lavverarsi di situazioni altamente improbabili (spesso a sfondo religioso, sociale o sessuale) anche ritenute intollerabili dal soggetto, o anche pensieri persistenti di contaminazione (da microbi, sporco o sostanze nocive, Aids), dubbi continui (come chiedersi ripetutamente se si è chiuso il gas o se si è lasciata aperta la portiera della macchina), superstizioni

Quando all’ossessione seguono dei rituali si parla di ossessione compulsiva, ne parlo in maniera approfondita nella sezione relativa al D.O.C. (disturbo ossessivo compulsivo).

Paul Watzlawick, uno dei fondatori e principali esponenti della terapia strategica, racconta una simpatica storiella che può aiutare a capire meglio il pensiero ossessivo:
«Una vecchia zitella che abita in riva al fiume chiama la polizia per avvertirla che, davanti a casa sua, alcuni ragazzi fanno il bagno nudi. L’ispettore manda sul posto uno dei suoi uomini, che ordina ai ragazzacci di andare a nuotare più in là, dove non ci sono più case. Il giorno seguente la donna telefona di nuovo: i ragazzi si vedono ancora. Il poliziotto torna e li fa allontanare di più. Dopo un po’ l’ispettore è nuovamente chiamato dall’indignata signora, che si lamenta: “Dalla finestra della mia soffitta li posso vedere ancora con il cannocchiale!”. A questo punto ci si può chiedere: “Cosa farebbe la signora se i ragazzi scomparissero finalmente dalla sua visuale?» 

Il pensiero ossessivo - Francesco beligni Psicologo su Siena, Arezzo e online

Quando la nostra mente è intrappolata in pensieri ossessivi, di qualunque tipo essi siano, tendiamo a comportarci esattamente come la signora della storiella.

Non sono i pensieri che ci tormentano, siamo noi a non dar loro tregua.
Se ci pensiamo bene, quanto piu’ speriamo che qualcosa sparisca, tanto più tempo passeremo a controllare che quel qualcosa non ci sia più davvero.

FuNZIONAMENTO DEL PENSIERO OSSESSIVO E COME MANTENERLO IN VITA

Ma come mai le persone vengono intrappolate in questi pensieri?
Spesso le persone che hanno un disturbo di tipo ossessivo si rendono conto di quanto questi pensieri siano immotivati, irreali e insensati, quindi la prima reazione della persona è quella di spaventarsi per il fatto di fare questi pensieri. E di fronte ad una realtà mentale che spaventa, la reazione tipica è il tentativo di controllare razionalmente dei pensieri che invece sono irrazionali, ovvero cercare in tutti i modi di controllare il pensiero attraverso il pensiero (ad esempio scacciare via i pensieri distraendosi, combatterli, pensare ad altro…). Questo meccanismo non può che produrre l’effetto paradossale di contribuire al mantenimento proprio di quei pensieri di cui ci si voleva disfare, perchè “pensare di non pensare è già pensare”. 
Quindi, seguendo questa logica, ne deduciamo che: il tentativo costante di avere sotto controllo dei pensieri che per definizione sono senza controllo, conduce inevitabilmente alla perdita di controllo ovvero trasporta la persona in labirinti mentali fatti di dubbi, perplessità, risposte e domande dai quali poi fatica ad uscire da sola.

Ma quali sono le altre tentate soluzioni fallimentari dell’ossessivo?
Ovvero: cosa mantiene l’ossessione in vita?

→ Tentativo di scacciare i pensieri, di non pensarci: Come già detto, più cerca di sopprimere e di scacciare dalla mente i propri pensieri indesiderati, più li alimenta e li rende pervasivi. Se ti chiedo di non pensare ad una mucca viola, a cosa hai appena pensato? 
L’ossessione viene nutrita proprio dal tentativo di sopprimerla: se invece non la si combatte, come viene se ne va.

→ Cercare ad ogni costo una spiegazione oggettiva: per ogni cosa, anche per ciò che non si presta ad un’analisi razionale, come le emozioni. Non è possibile farlo.

→ Rimuginare anche qui, nel tentativo di ricondurre tutto sotto il controllo rassicurante di un ragionamento logico e razionale. Ma invece rimuginando e cercando una logica laddove è impossibile la persona si intrappola nel proprio autoinganno ed è ancora una volta l’ossessione ad avere il controllo (in questi casi l’evoluzione del disturbo ossessivo può essere il DUBBIO PATOLOGICO).

→ Cerca di avere tutto sotto controllo: Sono i perfezionisti  sempre tesi nello sforzo di controllare tutto, come corde di violino.  Estremamente rigidi, tanto da non contemplare degli imprevisti nella propria quotidianità. Perché la paura di non sapere prevedere un imprevisto spaventa. Ma avere il controllo su tutto non è mai possibile e sperarci non può che portare ad una delusione. Queste persone vengono definite “controller” e si può parlare di PERFEZIONISMO PATOLOGICO

→ Neutralizzare questi pensieri con altri pensieri o azioni (compulsioni): Ad esempio, una persona che è tormentata dal dubbio di avere lasciato aperta la macchina, può tornare svariate volte a controllare e ricontrollare. Quando queste azioni sono ritualizzate stiamo parlando di D.O.C. ovvero DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO.

→ Socializzano il loro problema: ne parlano per ricevere rassicurazione e protezione. Ma le rassicurazioni, anziché aiutare, alimentano tale sistema patogeno perchè ogni volta che riceve una rassicurazione si é ancora piu’ legittimati ad aver paura del problema.

Quindi potremmo concludere che: per quanto possano differenziarsi tra loro le varie tipologie di ossessione, il meccanismo che le innesca e le struttura come disturbo vero e proprio è sempre il medesimo: la psicotrappola dell’eccessivo controllo che lo conduce a perdere il controllo. E questo vale sia applicato al pensare (la ricerca del ragionamento perfetto può condurci solo all’ irragionevole) quanto all’agire (la ricerca del controllo totale ci conduce alla totale perdita di controllo).

E' POSSIBILE INTERVENIRE SUL DISTURBO OSSESSIVO?

Come il lettore avrò inteso, le ossessioni sono senza dubbio difficili da estirpare dalla mente della persona. Sia per la loro invasività che per i meccanismi stessi che le reggono.
Inoltre esistono molte modalità ossessive, che richiedono altrettante differenti modalità di intervento. 

Risulta quindi inefficace e superfluo qualunque tipo di consiglio dato in questa sede per poter affrontare il problema in autonomia se non il semplice consiglio di cercare di non essere rigidi. 
L’ approccio Breve Strategico ha messo a punto una serie di strategie in grado di ristrutturare il ragionamento della persona e di guidarla ad esercitare deliberatamente l’assenza di controllo.
Avere il controllo non significa necessariamente averlo sempre e costantemente, ma anzi, al fine terapeutico è piu’ utile imparare ad essere in grado di lasciarlo per poi riprenderlo.

Un filo d’erba ondeggia e si muove secondo l’inclinazione del vento, la canna invece, con il vento forte si spezza. Più si diventa rigidi, più si diventa fragili.

La ricerca condotta nell’arco di 30 anni presso la Scuola di  Psicoterapia Breve di Arezzo e applicata a migliaia di casi, riporta una statistica di successo nell’88% dei casi con una durata  media di estinzione del disturbo ossessivo nell’arco di pochi mesi (dai 3 ai 6); 

Se senti di essere eccessivamente rigido e senti costantemente la necessità di avere tutto sotto controllo

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E. Cioran

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