PAURA DI SOFFOCARE: ANGINOFOBIA
CAUSE DELL'ANGINOFOBIA, TRATTAMENTO DELLA PAURA DI SOFFOCAREE DEGLUTENDO
Cosa è l'anginofobia e quali sono i sintomi
Chi soffre di anginofobia ha paura di morire soffocato da un boccone andato di traverso o in certi casi di vittima di essere punto da un insetto che provocherà un improvviso gonfiore della glottide.
Si tratta di una fobia relativamente diffusa e solitamente si può riconoscere da una serie di sintomatologie abbastanza comuni tra chi ne soffre: generalmente la persona non sopporta di dover inghiottire alimenti troppo solidi e che non siano semiliquidi oppure a minuscoli bocconi, masticati a lungo. L’anginofobico spesso ha difficoltà anche ad assumere pillole e compresse, specialmente se grandi perché difficilmente tollera la sensazione di qualcosa di consistente in bocca; magari riesce a utilizzare lo spazzolino da denti, ma il dentista rappresenta quasi sempre un grande problema. In alcuni casi si arriva a seleziona anche l’abbigliamento: evita maglioni dolcevita o cravatte e si angoscia particolarmente quando contrae una forma anche blanda di angina o un’infezione otorinolaringoiatrica, che gli procura una sensazione inquietante di difficoltà respiratoria.
Prima di poter intervenire a livello psicologico tuttavia, il terapeuta deve però essere messo in condizione di poter escludere quelle che invece potrebbero essere cause fisiologiche a questo problema (ad esempio la disfagia o l’ iper-riflessia faringea, due disturbi della deglutizione di natura fisica che potrebbero essere la causa di questa problematica).
cosa fa chi ha paura di soffocare deglutendo
Solitamente le persone che soffrono di questo problema mettono in atto una serie di comportamenti (ovvero di tentate soluzioni fallimentari: ne ho parlato qui) che spaziano tra l’evitamento dei pasti (soprattutto se in compagnia) sino allo sforzarsi di mangiare più di quello che sentono di voler mangiare. Questo ci fa intendere quanto questa fobia possa divenire altamente invalidante per la persona che inizierà a modificare il proprio comportamento (soprattutto in contesti sociali) e le proprie abitudini alimentari, arrivando a strutturare una vera e propria ossessione verso il cibo.
Diventa per chi soffre di questo disturbo sempre più difficile una banale cena al ristorante o accettare un invito a cena da amici. Quando “obbligati”, spesso mettono in atto manovre preventive come mangiare prima di uscire di casa per evitare di essere osservati mentre mangiano. Questo anche a causa dei rituali ossessivi che sono abituati a compiere, come ad esempio dissezionare meticolosamente gli alimenti nel piatto, selezionare il cibo da portare in bocca ripetutamente, preparare bocconi minuscoli, masticare molto a lungo prima di deglutire e assumere quantità ingenti di liquidi per favorire la discesa del cibo allo stomaco. In alcuni casi la persona arriva addirittura a trattenere il respiro per essere sicura di mandare “nel verso giusto” il boccone.
Sono queste tentate soluzioni che “aiutano” la paura di morire soffocati ad evolversi in un controllo ossessivo dell’intera sequenza di selezione, ricerca, preparazione e consumo degli alimenti al fine di prevenire un eventuale tragica morte per soffocamento.
Col passare del tempo inoltre i cibi scelti come “eletti” diventano sempre meno e il controllo della deglutizione manda sempre più in secondo piano la percezione del gusto degli alimenti.
Se analizzato con metodo scientifico, il funzionamento di questo problema (e del suo inevitabile circolo vizioso) appare relativamente semplice: si inizia a soffermarsi intensamente sull’idea che un boccone possa andare di traverso soffocandoci, quindi già prima di metterlo in bocca, questa idea si traduce in una serie di reazioni fisiologiche (come ad esempio l’ aumento della frequenza della deglutizione, contrazione involontaria della laringe, incremento della frequenza respiratoria ecc.) che danno l’illusione di poter confermare la veridicità della pericolosità. Difatti, iniziare a deglutire ripetutamente a secco darà l’impressione di avere un groppo in gola che obbligherà che a sua volta ad inghiottire sempre più innescando una spirale, un circolo vizioso dal quale sarà sempre più difficile uscire.
Forse alcuni lettori avranno a questo punto provato questa sensazione durante la lettura di queste righe e avranno notato una modifica alla deglutizione della propria saliva: questa è l’ulteriore dimostrazione di come l’osservazione di un fenomeno possa alterare il fenomeno osservato stesso.
Ora forse sarà più semplice interpretare questo controllo ossessivo della deglutizione. Nel momento in cui la coscienza comincia a voler interferire sugli automatismi spontanei (qui poarliamo di deglutizione, ma lo stesso fenomeno può valere per la respirazione o per il battito cardiaco ad esempio), si crea un vero e proprio cortocircuito paradossale:
la paura → genera sensazioni allarmanti → che provocano un tentativo di controllo delle sensazioni → che provoca alterazioni delle funzioni spontanee → che generano un aumento della paura → e si ricomincia…
Questo meccanismo appena descritto viene definito «controllo che fa perdere il controllo» (ne ho parlato riguardo al disturbo d’ansia e negli attacchi di panico) ovvero il tentativo di mantenere il controllo di qualcosa che, essendo però incontrollabile, porta a perdere il controllo, creando così ciò che mi spaventa.
Si puo' guarire dalla paura di soffocare?
Se hai letto altre sezioni di questo sito (in particolare la sezione introduttiva ai problemi trattati o la sezione relativa alla terapia breve strategica) avrai inteso che la terapia breve strategica è particolarmente adatta alla risoluzione di questo tipo di problematiche che seguono una logica paradossale. Pertanto la risposta alla domanda del titolo di questo paragrafo non può che essere affermativa e mprevede anche dei tempi brevi.
Nella mia esperienza clinica (presso gli studi in provincia di Siena e di Arezzo) ho avuto modo di trattare questo tipo di problematiche seguendo strategie ben precise. Una tra quelle piu’ frequenti è far provare alla persona piccole perdite di controllo consapevoli pianificate e parallelamente rieducare il palato alla «degustazione» ovvero imparare a cogliere e godere piacere della nutrizione per poter far ritrovare alla persona un rapporto piacevole con il cibo.
Anche per questo problema ogni caso deve essere valutato a se, quindi se pensi di soffrire di paura di soffocamento da cibo, il mio consiglio è quello di affidarti ad un professionista e lasciarti guidare verso la risoluzione.