IL MIO METODO

MODELLO STRATEGICO BREVE

"Per quanto una patologia possa essere sofferta, complicata e persistente per anni, non è detto che la soluzione terapeutica debba essere altrettanto sofferta e prolungata nel tempo."

P. Watzlawick

«Si conosce un problema attraverso la sua soluzione. Solo questo. Niente di superfluo. Nessun dispendio di energia. Pura efficacia ed efficienza. Nulla di troppo, solo ciò che è abbastanza»

Giorgio Nardone

E’ da troppo tempo idea diffusa che la terapia psicologica debba essere necessariamente un percorso lungo, costoso e decisamente impegnativo per il paziente, il quale sarebbe costretto a mettersi a nudo davanti a un estraneo che attraverso domande scomode (o peggio, silenzi infinitamente lunghi) scaverà nei suoi segreti più intimi e nelle sue fantasie più inconfessabili.

Quando parliamo di Terapia Breve Strategica, parliamo di un modello differente da molti punti di vista rispetto ad altri modelli terapeutici:  un intervento breve nel tempo e mirato alla risoluzione del problema che il paziente porta in terapia. Si tratta di un modo nuovo di affrontare e risolvere le problematiche di tipo psicologico utilizzando tecniche e tattiche che ottimizzano al massimo del potenziale i termini di efficacia ed efficienza.
La psicoterapia strategica agisce contemporaneamente su due livelli: elimina la sintomatologia che induce il paziente a richiedere l’aiuto dello psicoterapeuta e allo stesso tempo produce un cambiamento nel modo in cui la persona percepisce, costruisce  e reagisce alla realtà, fornendole quegli strumenti essenziali che rendano permanenti i risultati.

I disturbi psicologici non vengono considerati, in ottica strategica, come malattie da cui guarire, ma problemi da risolvere. Ed è questa una tra le piu’ importanti caratteristiche: non si tratta di “curare qualcosa che ci ha colpito” ma cambiare le proprie abitudini disfunzionali e trasformare quell’equilibrio sbagliato che si è venuto a creare in una nuova realtà funzionale.

UNA TERAPIA DIVERSA

L’innovazione della terapia strategica è quella di  procedere dalla pratica alla teoria, e non viceversa come avviene di solito. Mantenendo questa logica, anziché passare a setaccio tutta la lunga storia del paziente nella disperata ricerca delle cause inconsce del suo problema (ammesso che queste si riescano effettivamente a trovare e che conoscerle possa effettivamente aiutare a risolvere il problema) si farà sperimentare (sentire!) al paziente qualcosa di concreto, in modo che possa esperire la percezione reale e concreta che è possibile fare ciò che credeva impossibile.

LE TENTATE SOLUZIONI

Ciò su cui si interviene nell’ottica strategica sono le tentate soluzioni che le persone mettono in atto quotidianamente pensando di risolvere così i propri problemi ma che in realtà sono proprio quelle che lo mantengono e in alcuni casi lo rendono più invalidante.
L’intervento strategico si concentra principalmente sul presente e su ciò che mantiene il problema, piuttosto che sul passato. Si cerca quindi di focalizzarsi sul “come” funziona un problema, piuttosto che sul “perché” esiste, definendo di volta in volta le strategie e le soluzioni più idonee al raggiungimento degli obiettivi che ci si propone.

CARATTERISTICHE DELLA TERAPIA BREVE STRATEGICA

Questo modello, che vanta una storia di circa 30 anni di ricerca scientifica in costante aggiornamento attraverso i  numerosi referenti scientifici di questo metodo in tutto il mondo, rappresenta ad oggi un modo rivoluzionario di riconoscere, affrontare e risolvere i problemi psicologici. 

si tratta di un intervento...

breve e focale

Orientato alla soluzione di problemi attuali (anche disturbi persistenti da anni e ormai ben radicati) e all’estinzione dei disturbi presentati dal paziente. Si articola su un numero ridotto di sedute (l'obiettivo è quello di ottenere un evidente e concreto cambiamento entro le prime 10 sedute).

radicale

Oltre alla soluzione del sintomo, mira a modificare la rappresentazione che il paziente ha del proprio problema e, i senso più allargato, della propria realtà.

ATTIVO E PRESCRITTIVO

Oltre a parlare con il paziente e farlo parlare, a questo vengono affidati dei compiti, delle prescrizioni da fare, scrivere o pensare da mettere in atto tra una seduta e l’altra. Questo non solo aiuta il paziente ad interpretare la modalità con la quale sta risolvendo il suo problema, ma permette anche di accorciare i tempi di lavoro terapeutico dato che la terapia viene portata avanti anche fuori dalle sedute.

EFFICACE ED EFFICIENTE

Grazie all’applicazione di specifici protocolli di trattamento per specifici problemi, si verificano cambiamenti e miglioramenti significativi, sostanziali e duraturi (nell’ 87% dei casi con una media di sedute pari  a 7 e con rarissime situazioni di ricaduta o di spostamento del sintomo).

NON FARMACOLOGICO

Utilizzo di soli strumenti psicologici e non farmacologici.

Si tratta di un intervento di:

COME SI STRUTTURA L'INTERVENTO

Definizione del problema

Definizione chiara e concreta del problema presentato, si indagano le tentate soluzioni fallimentari messe in atto nel tentativo di fronteggiare e risolvere la situazione, definendo il sistema percettivo reattivo disfunzionale che lo mantiene. Accordo sugli obiettivi del percorso terapeutico e prime manovre di intervento per sbloccare il problema.

Sblocco del problema

Rottura del circolo vizioso e ridefinizione dei primi cambiamenti. Con l’individuazione del sistema percettivo reattivo specifico della persona e delle tentate soluzioni messe in atto, si utilizzano strategie e manovre terapeutiche ben calibrate per agire sul quel sistema irrigidito disfunzionale che mantiene il problema.

Consolidamento del cambiamento

Una volta ottenuto il cambiamento desiderato da disfunzionale in funzionale, la persona ha acquisito nuove modalità più flessibili di percezione e reazione alla realtà. Quindi si  misurano gli effetti ottenuti, con l’obiettivo di consolidarli e mantenerli nel tempo. 

Chiusura della terapia

Raggiungimento completo dell’autonomia personale.
Si procede ad una ridefinizione finale utile per rendere consapevole il paziente che la sua realtà psichica e comportamentale è cambiata grazie ad un intervento sistematico e scientifico in cui egli ha giocato un ruolo da protagonista mettendo in gioco tutte le sue risorse.

I RISULTATI DELLA TERAPIA BREVE STRATEGICA

L’efficacia di questo metodo è dimostrabile attraverso gli studi condotti e pubblicati in, Brief Strategic Therapy (Nardone G., Watzlawick P., Rowman & Littlefield Publishers Inc, MD, USA, 2004) in, Comprendre et traiter la souffrance psychique (Mony Elkaim, Ed Du Seuil,2007) G. Castelnuovo, E. Molinari., G.Nardone, A. Salvini “L’efficacia della psicoterapia”, in Dizionario internazionale di psicoterapia, Garzanti 2013; seguendo i parametri internazionali per la valutazione della efficacia ed efficienza delle psicoterapie, dal gruppo di ricerca del Centro di Terapia Strategica di Arezzo (che annovera 138 Centri affiliati), nell’arco di 10 anni su un campione di 3.640 casi trattati, comprendente le varie patologie psicologiche, ben 86% con punte del 95% dei casi è stato risolto, mediante un trattamento di durata media pari a sole 7 sedute. Tutto questo senza la prescrizione di alcun tipo di farmaci.

Ansia, Panico, Fobie
0%
Ossessioni, Compulsioni, Ipocondria
0%
Disturbi dell' Alimentazione
0%
Disturbi Sessuali e sfera Affettiva
0%
Depressione e Disturbi dell'Umore
0%
Presunte Psicosi, Disturbi di Personalità
0%
Problemi Relazionali (Famiglia, Lavoro)
0%
Dipendenza da Abuso di Internet, Gioco
0%

Storia della terapia Strategica Breve

Le origini dell’approccio strategico vengono fatte risalire alle antiche tradizioni elleniche, partendo dalla retorica dei sofisti fino all’arte dell’utilizzo degli antichi stratagemmi cinesi (Watzlawick P., Nardone G., Terapia Breve Strategica, 1997). Si tratta  delle antiche arti di risolvere situazioni (apparentemente irrisolvibili) mediante l’uso di stratagemmi e modi di comunicare suggestivi e persuasori. Dalla teoria della comunicazione (nata in campo antropologico con Gregory Bateson), al costruttivismo della teoria cibernetica (Heinz von Foerster, Ernst von Glaserfeld), all’ipnosi di Erickson.

Più recentemente è la Scuola di Palo Alto, presso l’ MRI (Mental Research Institute) ad aver portato avanti la formulazione del modello di Terapia Breve presentando negli anni ’70 alla comunità scientifica psicologica i i risultati del progetto “Brief Therapy Center” (Watzlawick,Weakland, Fisch, Weakland et al. 1974).

Dal 1987  Giorgio Nardone (presso il Centro di Terapia Breve di Arezzo) si è occupato della moderna evoluzione della Terapia Breve verso quella forma avanzata di tecnologia terapeutica che oggi viene definita come Terapia Breve Strategica. In oltre 18 anni di collaborazione tra Paul Watzlawick e Giorgio Nardone, si è assistito alla pubblicazione di numerose opere tradotte in molte lingue, divenute  ad oggi testi fondamentali dell’approccio strategico alla psicoterapia, ma soprattutto è stata possibile la messa a punto di numerosi modelli di terapia specifici per le differenti patologie.

Con la pubblicazione de “L’arte del cambiamento” nel 1990, Giorgio Nardone presenta la definizione di questo approccio, elencando dei  protocolli specifici per il trattamento di alcuni disturbi e nel 1993 con “Paura, panico, fobie” integra i protocolli per compulsioni, fobie, ossessioni, attacchi di panico ed ipocondria risultando la terapia più efficace e rapida per tali patologie.

Successivamente alla formalizzazione del metodo, questo è stato e viene tutt’ora perfezionato grazie alla continua ricerca e l’intensa pratica clinica, producendo un notevole aumento dell’efficacia e dell’efficienza terapeutica, divenendo la best practice e punto di riferimento nel settore per svariate tipologie di patologie.

Difatti, il modello è tutt’oggi migliorato e perfezionato costantemente seguendo il principio epistemologico di questa scuola di pensiero: “la realtà che ognuno di noi percepisce é l’effetto dell’interazione tra il punto di osservazione che un essere umano assume, il linguaggio e gli strumenti che sceglie per comunicare la propria realtà”.
I problemi psicologici e i disturbi mentali vengono dunque trattati come prodotto di disfunzioni percettive e reattive nei confronti della realtà. Problemi psicologici più che malattie mentali.

Oltre ad essere validato attraverso la ricerca empirica (Nardone, 2015; Pietrabissa, Gibson, 2015; Nardone, Salvini, 2014; Castelnuovo et al. 2011; Watzlawick, 2007), il modello formulato da Paul Watzlawick ed evoluto da Giorgio Nardone (Brief strategic therapy, Giorgio Nardone Model) ha ottenuto la registrazione come originale invenzione presso l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (WIPO) ed è marchio brevettato.

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