IPOCONDRIA

COME RICONOSCERE E CURARE L'IPOCONDRIA E LA PAURA DELLE MALATTIE

RICONOSCERE L'IPOCONDRIA

Il termine ipocondria è ormai entrato a far parte del linguaggio comune tante sono le persone che ne soffrono in modo più o meno invalidante.
La persona ipocondriaca soffre particolarmente per ogni alterazione fisica o minimo dolore percepito, ritenendoli sintomi certi di una qualche grave patologia che grava sul loro stato di salute. Questa condizione in molti casi é percepita in modo così potente da provocare, a causa ad esempio dello stress che vi si forma intorno, un reale abbassamento delle difese immunitarie, permettendo così alla persona di realizzare la sua profezia e di ammalarsi realmente. 
Se ci riflettiamo, questo è il vero e proprio paradosso dell’ipocondriaco. Si preoccupa in modo così sproporzionato che la sua salute sia a rischio che finisce proprio per metterla a rischio a causa dell’ansia e dallo stress che si procura. 

Quindi l’ipocondriaco solitamente non è spaventato dei sintomi in sé ma dalle potenziali conseguenze, ovvero malattie, che potrebbero essere associate a questi sintomi. I segnali che l’ipocondriaco tende a controllare sono svariati e riguardano varie intensità su vari livelli fisici. Possono essere focalizzate e ricorrenti su particolari organi o apparati (ad esempio respirazione), oppure su malattie specifiche (HIV, tumore). Si passa dal controllo di funzioni corporee del tutto naturali (battito, pressione, sudorazione,  temperatura) a piccole alterazioni fisiologiche (colpo di tosse, raffreddore, emicrania), da variazioni fisiche di lieve entità (pelle più chiara o secca, piccole ferite) a sensazioni somatiche non specificate (respiro affannato, difficoltà nella deglutizione, cuore irregolare) che devono necessariamente essere adeguatamente indagate a fondo.

Una peculiarità di molti ipocondriaci è il fatto che, seppur a livelli di consapevolezza diversificati, sanno discernere tra realtà ed esagerazione delle loro preoccupazioni. In alcuni casi la persona che soffre di questo problema riesce addirittura ad ammettere che sia “tutto frutto della sua fantasia” e che non ci sia niente di realmente preoccupante. Ma, ciononostante,  la  preoccupazione riguardo alle sue malattie è un aspetto così centrale nella propria vita che non riesce a fare a meno di mettere in atto alcuni comportamenti disfunzionali. 
Li vediamo nel prossimo paragrafo. 

Errori da evitare se sei ipocondriaco: cosa mantiene l'ipocondria?

Come tutte le patologie di natura psicologica anche l’ipocondria viene mantenuta (e spesso aggravata) da tutta una serie di comportamenti apparentemente utili a risolvere il problema ma in realtà disfunzionali (ovvero “tentate soluzioni” ne parlo qui). Farne un elenco potrà essere utile al lettore per identificarvisi, ma è opportuno cercare di dare una spiegazione sul perché questi comportamenti siano effettivamente disfunzionali per l’ipocondriaco.

Per quanto riguarda la CONTINUA RICERCA DI RASSICURAZIONE è importante comprendere che conoscere un problema (ammesso che si sia in grado davvero di conoscerlo e riconoscerlo) non significa necessariamente che si sarà in grado di controllarlo. Quindi, quando si fanno RICERCHE SU INTERNET in realtà si vanno soltanto a confermare alcuni timori (spesso in modo infondato). Questo è ciò che viene definito come “effetto conferma”, ovvero: un sintomo ci allarma, cercheremo informazioni dal Dottor Google e troveremo (guarda caso) tutta una serie di informazioni che andrà a confermare la nostra ipotesi, finendo per convincersi che le mie paure erano fondate e corrette “ecco, lo sapevo io”.
Sembra assurdo? Fate una prova. Inserite questi banalissimi sintomi su Google: stanchezza, mal di testa, sonnolenza e respiro affannato. I risultati spaziano dalla fibromialgia, alla cardiopatia ipertrofica, alla sclerosi al diabete… Ed ecco che siete malati. Quando si legge qualcosa si è soggetti a quello che viene definito effetto immedesimazione ovvero una autosuggestione che convince il lettore di provare e di far parte di ciò che si legge. L’essere umano è particolarmente bravo ad autosuggestionarsi, e questo è spesso il motivo per cui ci si rivolge agli psicologi.
Quando internet non basta, solitamente si inizia con le VISITE MEDICHE, anche in questo caso alla ricerca di rassicurazione. Solitamente si inizia con il medico di base, che però spesso per l’ipocondriaco è troppo “lascivo”, quindi lo si convince a prescriverci delle visite specialistiche. Anche queste spesso non sono abbastanza rassicuranti “dice che non ho niente, ma io eppure lo sento!” quindi inizia la ricerca di “quello veramente bravo“. Come avrete intuito (o sperimentato dato che siete arrivati a leggere questo articolo), neanche il luminare a volte riesce a rassicurare.
Non esiste alcuna rassicurazione per il paziente ipocondriaco. Il controllo medico riesce a ridurre l’ansia per un periodo ma inevitabilmente l’ipocondriaco tornerà a sentire questi sintomi o, se messo all’angolo, sposterà i propri sintomi e si concentrerà su nuove patologie. 

Un simpatico detto ci dice che “UN IPOCONDRIACO SOFFRE IN MOLTISSIMI MODI, MA MAI IN SILENZIO“. La tendenza è quella di parlare continuamente e con tutti dei propri problemi di salute. Lo fa per avere testimonianze di altri da cui prendere spunto, per avere i contatti dei “medici bravi”, per lamentarsi, ma soprattutto, anche stavolta, per ottenere rassicurazioni. Anche in questo caso, come in molti altri, socializzare il problema non è utile, ma anzi, controproducente. Se l’interlocutore minimizzerà il problema farà arrabbiare l’ipocondriaco che penserà di non essere compreso, se invece mostrerà interesse e preoccupazione lo renderà reale e ne amplificherà la gravità. In nessuno dei casi sarà veramente d’aiuto.

Quando l’ipocondriaco RICERCA OSSESSIVAMENTE I SEGNALI PROVENIENTI DAL PROPRIO CORPO modifica la propria percezione, amplificandola e portandola ad un livello estremamente alto di vigilanza. Questo innescherà una spirale d’ansia: si percepisce un segnale, entra in funzione l’ansia, ci si concentra ancora di più su questo sintomo, questo aumenta e di conseguenza anche l’ansia, quindi ci si concentra ancora di più e così via. Non a caso, quando è indaffarato in  attività impegnative l’ipocondriaco tende “come per magia” a stare bene. Chi cerca trova, e l’ipocondriaco è un segugio.

L’ipocondriaco provetto (o per meglio dire l’ipocondriaco che è arrivato allo stadio ossessivo) non si preoccupa soltanto quando sintomi specifici indicano (secondo lui) un malessere, ma impara con il tempo a prendere delle precauzioni che gli permettono di non peggiorare in alcun modo il suo stato di salute. Potrebbe ad esempio rinunciare a fare un viaggio in un paese straniero perché non ritiene la sanità all’altezza, o anche più semplicemente evitare di fare attività fisica per non sforzare determinati apparati, oppure rinunciare ad una vacanza con gli amici perché un loro figlio starnutisce insistentemente e potrebbe infettarli. Questi EVITAMENTI PRECAUZIONALI sono per l’ipocondriaco dei rimedi naturali immediati contro l’ansia, perché evitando qualcosa di potenzialmente pericoloso non si subisce l’ansia di dover affrontare (questo è un comportamento tipico dei fobici). Gli evitamenti descritti sono molto pericolosi perché possono portare a modificare molte sfere della loro vita, a partire da quella relazionale.

 

CURARE L'iPOCONDRIA CON LA TERAPIA BREVE STRATEGICA

Per ritrovare il proprio benessere e la propria indipendenza dal problema che lo affligge, l’ipocondriaco ha solitamente bisogno di recuperare il contatto diretto con il proprio corpo al fine di superare la paura della malattia e riportare l’ansia entro i suoi confini. Questo è l’obiettivo che si propone la terapia psicologica, senza ovviamente sostituirsi al medico o alla medicina.

Come per il trattamento delle altre tipologie di problemi e disturbi, in terapia strategica è fondamentale individuare tutti quelli che sono i comportamenti disfunzionali (le tentate soluzioni) messe in atto dalla persona e andare a smontarle, al fine di ristrutturare il sistema percettivo della persona. Questo avviene mediante la messa a punto di una specifica strategia studiata ad hoc per il paziente e attraverso l’utilizzo di specifici protocolli e strumenti.
Nel caso dell’ipocondria, l’intervento ha l’obiettivo di interrompere la ricerca continua di rassicurazioni. Inoltre, attraverso una tecnica specifica chiamata “check up ipocondriaco” il terapeuta vuole portare la persona ad interrompere definitivamente la ricerca dei segnali corporei prescrivendo al paziente un auto-monitoraggio in momenti specifici della giornata e facendogli annotare i sintomi percepiti e le possibili malattie associate a tali sintomi.

La ricerca condotta nell’arco di 30 anni presso la Scuola di  Psicoterapia Breve di Arezzo e applicata a migliaia di casi, riporta una statistica di successo nell’89% dei casi con una durata  media di estinzione del disturbo ossessivo nell’arco di pochi mesi (dai 3 ai 6); 

Se la paura delle malattie ti impedisce di vivere al meglio la tua vita e vuoi ritrovare la tua indipendenza

Puoi prenotare un appuntamento in studio in provincia di Siena o di Arezzo oppure contattami per richiedere la terapia Online

Francesco Beligni psicologo logo

non hai trovato risposta alla tua domanda?

Non esitare a contattarmi.
“«La salute è quella quantità di malattia che mi permette di continuare a dedicarmi alle mie occupazioni" 
F. Nietzsche

Contattami

Cosa posso fare per te? Raccontami la tua storia, chiedimi quello che desideri approfondire, scopri come funziona la consulenza psicologica ad orientamento breve strategico senza alcun impegno.